La sua prima apparizione risale al Medioevo e le leggende relative alla sua invenzione si confondono con la storia, dando origine ad uno dei dolci più famosi e diffusi della tradizione natalizia.
A Natale cibo e tradizione non possono mancare. Sono tantissime le usanze che, da Nord a Sud, rendono le feste natalizie un momento di estrema convivialità, e non solo: moltissime delle consuetudini culinarie diffuse sulle nostre tavole affondano le radici nella storia più antica e, a volte, anche nella leggenda. È questo il caso del Panettone, celebre dolce natalizio ormai diffuso in tutta Italia: le sue origini sono da sempre oggetto di contesa fra gli storici, ma le leggende nate attorno alla sua invenzione sono davvero affascinanti.
Esistono due leggende, le più note, relative all’invenzione del ricco dolce natalizio: la prima si avvicina ad una vera e propria fiaba, raccontando le vicende amorose di Messer Ulivo degli Atellani e Algisa, la bellissima figlia del fornaio. Ulivo, con l’intenzione di conquistare la bella giovane ma anche l’approvazione di suo padre, si fece assumere nel forno di famiglia e provò ad inventare un dolce: impastando burro, uova, miele, uvetta sultanina e la migliore farina del mulino ottenne “il pane più buono di tutti”. Grazie al panettone i due innamorati si sposarono e vissero felici e contenti.
Un’altra storia, meno idilliaca ma pur sempre fantasiosa, fa risalire l’invenzione del panettone alla corte di Ludovico il Moro. Il merito andrebbe ad uno sguattero delle cucine, Toni, che per rimediare al pasticcio combinato dal cuoco, il quale aveva bruciato il dolce da portare in tavola, propose di servire ai nobili ospiti un pane al burro preparato da lui: l’esperimento culinario del giovane piacque tanto a Ludovico il Moro da convincerlo a dargli il suo nome, “pan di Toni”.
In realtà la ricetta del panettone risalirebbe addirittura al Medioevo: alcuni manoscritti del Quattrocento raccontano l’usanza, diffusa sotto gli Sforza, di celebrare il Natale concedendo a tutti di mangiare, almeno per un giorno, un pane più ricco e dolce di quello degli altri giorni. Ai fornai dell’epoca era infatti vietato di utilizzare farine pregiate per impastare il pane per il popolo, ma il giorno di Natale a tutti era permesso di deliziarsi con un impasto di farina, burro e uova: una fetta di questo straordinario dolce veniva conservata per l’anno successivo, in segno di augurio e speranza di abbondanza.
La tradizione che vuole che il panettone sia nato a Pavia anziché a Milano trova oltretutto testimonianza in alcuni registri provenienti dal Collegio Borromeo: in un foglio del 1599 gli storici hanno rinvenuto delle annotazioni relative alle spese per il pranzo di Natale, fra cui compare questo particolare tipo di “pane”: si legge che per realizzare l’antenato del moderno panettone furono necessarie tre libbre di burro, due di uvetta e due once di spezie, ottenendo “13 pani grossi per dar alli scolari il giorno di Natale”.